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CENNI STORICI FAMIGLIA PASCARELLA PER IL RAGGIUNGIMENTO DEL 50 ANNIVERSARIO FONDAZIONE DELL’HOTEL GUARDANAPOLI

LA NOSTRA STORIA

PASSIONE

Una storia fatta di Passione per la vita, per il sacrificio, per il lavoro.

TRADIZIONE

Una Storia che parla di famiglia, di tradizione e di gastronomia.

INNOVAZIONE

Una storia che si fa presente e futuro, con un occhio di riguardo alle novità ed alle innovazioni tecnologiche e culinarie.

Ristorante Hotel Guardanapoli

era il 1957 quando prima Rosa e poi Carmine partirono per il Canada, lei figlia di Salvatore Abbatiello (Tatà) persona molto attiva, sempre presente, pieno di esperienza e di consigli, finanche sindaco di Durazzano è riuscito a fare (per la verità dopo due anni diede le dimissioni perché quello era un posto per marioli diceva lui) ultimo di sei figli rimasto orfano di padre a 6 anni persona che tanti ricordano per il suo modo di interagire, e di Di Nuzzo Anna che da giovanissima scelse di sposare il marito, prima di una numerosa famiglia 10 tra fratelli e sorelle, solo lei ed un fratello rimasero in Italia, tutti gli altri sono cresciuti e vissuti in America, anche lei era cresciuta li infatti sapeva scrivere e leggere l’inglese, ed anche in tempi di guerra lei riusciva a comunicare con i soldati americani, lei sempre molto umile aiutava tantissimo la famiglia, con il desiderio di voler andare negli USA, cosa che mai è riuscita a fare perché il marito diceva che li il comando è americano, nel senso che comandavano le donne. Lui era il quinto figlio di otto di una umile famiglia di contadini, rimase orfano di padre a 8 anni, è stata dura perché la non rimasta vedova e con otto figli in una proprietà dove era possibile solo fare una attività di povera agricoltura, nonostante tutto è riuscita a portare avanti la famiglia, certo che alcuni di loro dovettero sposarsi giovani, altri dovettero partire per l’estero o il nord Italia, lui Carmine, innamoratosi di Rosa, partì alla volta del Canada, con una valigia di cartone e 10 dollari in tasca, tempi duri, li in Canada una sorella di Rosa, Michelina aveva sposato Francesco di San Paolo Belsito e vivevano li con un figlio, li hanno accolti nella loro casa, Rosa era partita prima, come dicevamo, e una volta arrivata con la nave ad Halifax, dovette prendere il treno per Montreal, era inverno e la neve sovrastava la ferrovia sia a destra che a sinistra dei binari, e lei diceva sempre che piangeva e si domandava ma dove sono arrivata?. I primi tempi sono stati duri, senza conoscere la lingua, senza soldi, senza lavoro, poi piano piano hanno incominciato a lavorare, il Carmine non voleva abituarsi ad un altro stile di vita, essendo stato uno spirito libero in Italia, li doveva rispettare le regole e all’inizio è stato molto difficile, anche con qualche episodio spiacevole, tipo il non accettare che altri al di sopra di lui potevano comandarlo. L’anno dopo e precisamente il 15 febbraio del 1958 si sposarono nella chiesa della Difesa a Montreal, si misero da soli e incominciarono la loro vita, Rosa lavorava nelle manifatture, mentre Carmine dopo diversi tipi di lavoro incominciò a lavorare come carpentiere nell’edilizia e questo è stato il suo lavoro più redditizio e lo ha svolto sino al suo ritorno in Italia. Nel 1959 e precisamente il 2 luglio, nacque il primo figlio, Antonio come il suo padre che lui non aveva potuto goderselo, visto la dipartita in giovane età, dovuta alla mancanza della penicillina per combattere la brucellosi. E continuarono a lavorare sempre di più, nel giugno, 18 nacque il secondo figlio, Salvatore come il nonno materno e in questo anno comprarono la casa, in una zona nuova e di sviluppo a nord della città di Montreal e precisamente a San Michel, comprarono anche un pezzetto di terreno in una città vicina, Laval, l’idea era quella di sistemarsi sempre meglio e dare un’opportunità ai figli, nel giugno dell’anno successivo nacque l’ultima dei figli Rosa, precisamente il 20 giugno. Con la nascita dell’ultima figlia la famiglia era al completo, i due maschi con il nome dei due nonni e la femmina con il nome della mamma paterna. Rosa faceva tantissimi sacrifici nel portare avanti la famiglia e lavorava nello stesso tempo, i figli li portavano dalle suore e loro sempre al lavoro, con tante preoccupazioni, però loro erano sempre più presi, anche l’ambiente di lavoro gli dava una mano, visto il loro massimo impegno, però tutto questo aveva un prezzo ed era quello che alla fine li condizionò per una scelta diversa, cioè Rosa incominciava ad avere problemi fisici, poi fu colpita da una brutta bronchite asmatica, i medici cercavano di fare il possibile per farla stare bene, però un giorno un medico indiano gli disse che se lei voleva stare bene doveva andare a vivere o in Florida oppure tornarsene in Italia, e alla scadenza del trentesimo anno di età di Carmine loro decisero di tornarsene in Italia. Era la fine del 1966 ed inizio 1967 che portarono tutto quello che potevano e ritornarono a Durazzano. Iniziarono a chiedersi cosa dovevano fare? Ed andarono per tre giorni a Prato, dove Carmine aveva una sorella per trovare un locale dove poter vendere dei prodotti lattiero caseari, perché Rosa aveva un fratello, Vincenzo, che vendeva all’ingrosso detti prodotti. Per tre giorni e per tre notti furono invasi dalla nebbia, e Carmine disse ce ne siamo tornati da un ambiente freddo per stare bene e ci ritroviamo qui senza vedere mai il sole, andiamocene al nostro paese e faremo li qualcosa. Ritornati a Durazzano, il papà di Rosa, tatà Salvatore, aveva un pezzetto di terreno in una zona panoramica al confine tra Durazzano e Cervino, tra Benevento e caserta, zona infruttifera, visto che si chiama Pietre Chiatte, e addirittura i vecchi proprietari avevano fatto distaccare una piccola particella, per non pagarci la fondiaria, allora tassa in vigore. Il Salvatore, gli diede questo pezzo di terreno e gli disse di edificare longitudinalmente alla strada provinciale e di provvedere a fare qualcosa di utile, loro ci pensarono su e alla fine decisero di voler costruire un ristorante, allora ovviamente tale tipo di attività era del tutto sconosciuta o quasi, ma loro animati da un ottimo spirito di rinnovamento, portato dall’esperienza canadese, non si fecero per niente intimorire dal pensiero negativo di chi allora viveva nel paese e si incamminarono in quello che poi è stata la loro attività. All’inizio non si sapeva chi dei due sindaci doveva rilasciare la licenza, se il dott. Abbatiello di Durazzano oppure il sindaco Filippo Valentino di Cervino, i due dissero “Carmine inizia a costruire poi uno di noi ti farà i documenti” cosa che avvenne, ma che oggi è improponibile, il territorio era quello di Cervino. Dopo due anni con tantissimo impegno anche fisico, Carmine e Rosa inauguravano il loro ristorante, e precisamente il 06 gennaio del 1969, il Guardanapoli, nome dovuto al bellissimo panorama che si riesce a mirare dalle sue sale e dal suo giardino. I primi tempi sono stati tremendi, in quella zona non vi era ne acqua, ne corrente, ne telefono e ne altri tipi di servizi, la mentalità non cambiava, si faceva fatica, però loro erano testardi, Carmine provvedeva ad approvvigionare e ai vari servizi di giorno, mentre di notte molte volte doveva con un camion di trasportare acqua nella cisterna, affinchè di giorno il ristorante potesse funzionare. Rosa invece era intenta a lavorare in cucina e ad ospitare le persone che venivano, oggi improponibile, però era sempre di un pezzo, all’esterno vi erano tatà Salvatore, presente, il fratello Vincenzo sempre pronto a consigli ed aiuti, il cognato di Carmine zio Tommaso, nonché cugino di Rosa che raccoglieva il latte per le masserie e lo portava alla centrale del latte di Santa Maria a Vico (Matese) e quindi ogni volta che passava si fermava per chiedere se a Rosa serviva qualcosa che potesse prendere giù sulla strada, e tantissime volte lui prendeva il pane. Anche altri parenti erano vicino ai due, in modo tale che l’attività potesse andare avanti, nel giro di due/tre anni le cose incominciavano a cambiare, erano sempre di più le persone che preferivano andare al ristorante per fare cerimonie, e i due incominciavano a migliorarsi sempre di più. Tant’è vero che dopo la metà degli anni settanta i due pensarono di costruire un piano rialzato per fare delle camere da adibire ad albergo, praticamente invece di uno fecero due piani, fecero anche un sistema di approvvigionamento idrico diverso, fecero costruire una cabina elettrica, insomma fecero in modo che tutta la zona migliorasse. Nel 1982 e precisamente il 21 giugno vi fu l’inaugurazione dell’albergo, con grande orgoglio della famiglia, i figli iniziarono ad impegnarsi anche loro nell’attività, perché intanto avevano fatto degli studi ed erano cresciuti, Antonio essendo il più grande si occupava del sevizio in sala, delle pubbliche relazioni ed era sempre pronto al colloquio, Salvatore iniziava ad impegnarsi in cucina e nell’amministrazione, e Rosa essendo al più piccola era vicino alla mamma. Gli anni ottanta le cose andavano abbastanza bene, l’attività cresceva sempre di più, e la famiglia era sempre più presa dagli eventi. In zona crescevano anche altre attività, sempre nello stesso ramo, quindi c’era sempre la necessità di migliorarsi anche perché le persone chiedevano sempre novità.
Fine anni ottanta si pensò di trasformare l’attività e renderla ancora più competitiva, al punto che iniziarono lavori di ristrutturazione della struttura esistente, e la progettazione di un ampliamento delle sale ristoranti per avere una maggiore capienza, il mese di aprile del 1990 ci fu la riapertura della struttura esistente completamente ristrutturata, lavori fatti in tempi record, due mesi circa, questo ci diede la carica e la forza per realizzare l’ampliamento di cui accennavo prima, con la costruzione di una sala ristorante panoramica, un terrazzo altrettanto panoramico al livello delle camere delle camere dell’albergo, un raddoppio della cucina, e la costruzione di una sala polivalente adibita a sala meeting, incontri e riunioni, una nuova entrata per questa sala panoramica, direttamente dalla strada provinciale. Furono fatti tantissimi sacrifici, con questo raddoppio della struttura era vero che da un lato ci diede la possibilità di poter ospitare anche più cerimonie nello stesso momento, ma fu anche un enorme sacrificio in termini economici ma anche di impegno fisico. Nonostante tutto però l’attività cresceva, intanto Antonio primogenito della famiglia si era sposato (25 aprile 1985) con Carmela Vigliotti, figlia di Antonio Vigliotti, e Raffaelina Buffolino, tale famiglia sempre di Durazzano, era da anni vicino alla nostra famiglia, il papà Antonio, insieme a Carmine erano anni che trasportavano uve dalla Puglia per produrre un buon vino e vendere anche a privati le stesse uve. Dal matrimonio di Antonio e Carmela nacque Carmine (05.03.1986) attualmente rappresenta in modo proficuo la terza generazione della famiglia, ed Anthony (03.03.1992) mentre Salvatore convola a nozze nel 1991 (21 aprile 1991) con Angela Vacchio figlia di Vincenzo e Marzia De Rosa, tale Vincenzo falegname ha contribuito con dei suoi lavori all’allestimento delle sale quando si è dovuto completare l’opera di ristrutturazione e abbellimento. Dal matrimonio nacque Rosa (08.01.1992) attualmente manager e promoter ambito turistico con ferma intenzione di promuovere l’attività, e tutto quello che il territorio circostante riesce a dare, e Carmine (05.05.1996) il più piccolo della famiglia ma fermamente intenzionato a dare una spinta al rinnovamento gestionale della stessa. L’ultima figlia della famiglia Rosa, è stata sempre con un piede dentro ed uno fuori, fin quando si sposò e lasciò il suo impegno per l’attività. La gestione della struttura era sempre in movimento, si cercava di acquisire sempre maggiori conoscenze, c’era bisogno di fare il salto di qualità, che purtroppo era oneroso, visto che ancora non si era pronti. Inizio anni 2000, quando si era pronti, come un fulmine a ciel sereno, Antonio ebbe un grave problema e dovette subire un intervento al cuore, cosa mai superata del tutto, quando sembrava che le cose si stessero per aggiustare, lui venne a mancare, il 20 agosto del 2004, fu il momento più duro e difficile da affrontare, i ragazzi tutti piccoli, l’attività che aveva bisogno di fare il salto di qualità, e il condizionamento della dipartita. A dire il vero fu proprio in quel momento che vennero fuori i veri sentimenti di tutti quelli che avevano a cuore le sorti della famiglia e dell’attività. Non si possono dimenticare tantissime care persone, che con il loro incitamento, la loro presenza costante, il loro volerci bene, ci hanno assistito sempre, dandoci coraggio e forza, una in particolare è bene ricordare il fratello di Rosa, Vincenzo che ha sempre spronato e incitato a fare meglio, supportando in qualsiasi momento la famiglia Pascarella, il suo motto era RESISTERE, INSISTERE, PERSISTERE. Dopo la dipartita di Antonio, Salvatore insieme a tutta la famiglia ha affrontato la gestione dell’attività cercando di andare avanti e migliorarsi sempre nel ricordo di quello che era stata la progettualità programmata con Antonio, e nel 2007 la struttura subì un nuova ristrutturazione con la costruzione di un ascensore e il completamento della sala meeting. Nel 2010 e precisamente il 13 agosto venne a mancare la fondatrice la signora Rosa, dopo un intervento al femore, donna ricordata da tutti e ancora oggi c’è chi ricorda i tantissimi sacrifici, il coraggio immenso e la cosa più bella il suo sorriso, il suo modo di fare, di accogliere le persone, la sua presenza in tutto e per tutti, non c’era occasione che non la vedevi presente, anche se non sapeva guidare, era talmente brava a non mancare mai che riusciva a trovare sempre un autista pronto ad accompagnarla, c’è gente che ricorda ancora il suo inizio, le sue pietanze fatte a mano, il suo lavoro, donna da prendere ad esempio, piena di cristianità. Gli anni a venire sono stati anni difficili intensi e pieni di sacrifici, sino al 2012 quando la cucina è stata affidata nelle mani di Carmine, figlio di Antonio, rappresentante della terza generazione, è stato un momento emozionante, bello perché ci è stata la continuità, la famiglia aveva un’eredità, finalmente la cucina era affidata di nuovo alla proprietà, fondamentale per la crescita delle attività, infatti c’è stata un inserimento di nuovi piatti, di prelibatezze artigianali e raffinate portate. Tant’è vero che già da tre anni lui, insieme alla moglie (Caterina) hanno inserito una pasticceria di ottimo livello, e creato insieme agli altri una nuova specialità, il panettone, fatto artigianalmente con ottimi prodotti di base, ed ottimi risultati, tanto da crescere anno su anno, il marchio è stato in ricordo della nonna e quindi LE PRELIBATEZZE DI NONNA ROSA, con un’immagine raffigurante la nonna che tiene il nipote in braccio, a testimoniare il passaggio generazionale. Sino ad arrivare ai giorni nostri, dove troviamo Rosa junior intenta a portare e programmare flussi turistici, Carmine senior intento a studiare sempre per migliorarsi nella cucina, Carmine junior rientrato da molte esperienze in giro per il mondo, intento a dare una mano nella gestione della sala, dei social, di organizzare eventi, Anthony che seppure da lontano (New York) è un sostegno sempre pronto a dare consigli, di Salvatore, Angela la moglie e Carmela la moglie di Antonio, rappresentante della seconda generazione, intenti a dare forza e coraggio ai ragazzi, ed il nonno Carmine coo-fondatore dell’attività che oggi compie il bellissimo traguardo dei 50 anni, grazie a tutti e un forte abbraccio

Guardanapoli
Banqueting, Ricevimenti  Hotel

Via Pietre Chiatte
Località Cervino
info@guardanapoli.it

Tel. 0823 955 004
Tel. 0823 955 290

Pascarella Food Srls

Via Provinciale
Massercola- Durazzano, 2

80123 Cervino (CE)
PI 04014430617